V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
solaris |
Inserito il - 07/01/2013 : 16:19:22 Mi sono resa conto che questa malattia non l'ho mai accettata. Fino a qualche tempo fa riuscivo a far finta di non avere niente. Stavo tutto sommato abbastsanza bene: viaggiavo per lavoro, uscivo e mi muovevo con una discreta facilit? e avevo la mia indipendenza. Da un anno a questa parte le cose sono un po' cambiate. Cammino meno bene rispetto a prima e raramente esco da sola salvo i casi in cui il lavoro me lo impone (ma in questo caso mi sposto con il taxi e tutto si risolve abbastanza facilmente). Ma ho capito una cosa. Io non ho mai accettato questa malattia. Quando cammino per strada e inciampo, mi arrabbio, quando sono stanca e non ce la faccio pi? a stare in piedi, mi arrabbio e quando in generale vedo come la malattia mi delimita, mi arrabbio.
Forse sarebbe pi? facile se riuscissi ad accettare questa situazione, ma proprio non posso. Eppure dovrei.
Ma voi, come avete fatto? |
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magicagiulia |
Inserito il - 10/01/2013 : 15:09:12 non siamo fatti solo di sclerosi e aver chiaro questo la rende una cosa di noi e non noi. una mia carissima paziente giovane, bella, intelligente, ha sub?to un banale intervento che per? l'ha costretta (per un errore del chirurgo) ad altri 3 interventi e a dolori fortissimi. Forse non potr? avere figli... in ogni caso si ? giocata gli ultimi 5 anni, non pu? correre, non pu? fare sport, non pu? camminare troppo e dovr? stare a letto per diversi mesi. ? forte, ma a volte mi guarda chiedendomi cosa deve fare... lei non ha la sclerosi deve "accettare" che uno stronzop di chirurgo le ha fottuto la vita? non lo so.. intanto lavoriamo sulle sue risorse... senza questo "incidente" forse non le avrebbe scoperte. |
felez_munoz |
Inserito il - 10/01/2013 : 14:08:20 la malattia gi? la si subisce non ? il caso di accettarla
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solaris |
Inserito il - 10/01/2013 : 13:13:34 Gi?, arrendersi mai. E accettare per me sarebbe un forma di resa. |
Regole |
Inserito il - 09/01/2013 : 19:00:17 ARRENDERSI, MAI! Nessuno di noi ha mai accettato questa malattia bastarda, e se prendiamo qualche tipo di interferone ? x avere la sensazione almeno di controllarla.Cammino con molta attenzione, faccio tutto con molta attenzione.Quello che prima era automatico e scontato, spontaneo, adesso ? un atto , un movimento preciso e ragionato. Cos? ? tutto affrontabile. E si ? imparato a fermarsi prima di essere troppo stanchi. Stai serena, sei molto brava! Roberta |
Roby |
Inserito il - 08/01/2013 : 21:50:46 ? LEI KE MI HA SCCETTATO, MA ARRENDERSIMAI..... |
solaris |
Inserito il - 08/01/2013 : 12:21:37 Grazie per le vostre testimonianze. Non credo nel mal comune mezzo gaudio (non trovo conforto nel sapere che altre persone stanno male), per? aiuta sentire le cose da chi ? nella tua stessa situazione e che pu? capire esattamente cosa provi.
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paris |
Inserito il - 08/01/2013 : 08:35:23 Cara Solaris, non si accetta mai, ci si convive... Lo vedo anche in mio marito che ci convive da oltre 37 anni e fa fatica a fare le sue cose. Solo tanto coraggio, determinazione di farcela e l'amore dei tuoi cari ti aiuta a superare i cambiamenti che impone la sm e andare avanti.
Ti mando un forte abbraccio.
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sandra |
Inserito il - 07/01/2013 : 17:50:22 quando nel '99 ? stata diagnosticata la sm,mi sono fiondata da uno psicoterapeuta per quattro anni, cosa che ? stata difficile da affrontare, poich? ho scoperto che non ero fatta solo di sm, e considerando e rivalutando il mio modo di essere e imparando a cambiare certe cose della mia vita, avrei affrontato meglio la malattia. E cos? ? stato. Anch'io ero incazzatissima, e stavo pure bene all'epoca, rispetta ad adesso che ho bisogno del bastone per deambulare. Ora da un anno a questa parte ho ripreso, sar? perch? tanti anni di malattia "stancano" e ho bisogno di una resettata generale |
misterG |
Inserito il - 07/01/2013 : 16:38:01 Mi ci sono voluti parecchi anni per maturare una accettazione abbastanza serena (che NON E' comunque RASSEGNAZIONE); e acquistare la consapevolezza (costosa sia in termini economici che di impegno) di aver percorso tutte le vie - anche quelle controverse - per cercare di arginare l'evolversi della malattia. Con risultati forse marginali, o forse no: accetto il mio stato perch? so di aver fatto ogni cosa per evitarlo, ma la realt? non pu? essere negata. La vita va avanti (a meno di non essere determinati a porvi termine), e mi pongo l'obbligo morale di viverla al meglio delle mie possibilit?: non mi pongo altri limiti, se non quelli che la mia condizione mi impone. E ho imparato (meglio tardi che mai...) che arrabbiarsi non serve, se non a peggiorare le cosa. |
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