Sclerosi multipla, gli scienziati sono a un punto di svolta Salute 26/04/2017 7 ore fa - Ilaria Di Lorenzo
sclerosi multipla, mitocondri, reticolo endoplasmatico, calcio, proteina, cervello Si tratta di uno studio anglo-canadese condotto da un team della University of Exeter Medical School e dell’università dell’Alberta che, per la prima volta, tenta di spiegare il meccanismo attraverso cui la sclerosi multipla manda “in tilt” le centrali energetiche cellulari.
La ricerca, pubblicata sul Journal of Neuroinflammation, parte dell’analisi della Rab32, una proteina presente in elevate quantità nel cervello dei pazienti affetti da sclerosi multipla, mentre è assente nei soggetti sani: sarebbe proprio lei a ‘disturbare’ i mitocondri delle persone colpite da questa malattia (circa 2,5 milioni di persone, soprattutto donne).
«La sclerosi multipla può avere un impatto devastante sulla vita dei malati – spiega Paul Eggleton della University of Exeter Medical School – con effetti che interessano le capacità di movimento, di parola e mentali. Finora tutto quello che la medicina ha potuto offrire è la terapia dei sintomi della patologia, perché non ne conosciamo ancora le cause precise e questo ha limitato la ricerca. I nostri nuovi, entusiasmanti risultati indicano una nuova strada da esplorare».
Non si sa ancora molto sulle cause della sclerosi multipla, infatti. Ma già da tempo gli scienziati sospettavano un coinvolgimento dei mitocondri. E questo studio sembrerebbe dar loro ragione: analizzando campioni di tessuto cerebrale umano, infatti, si è scoperto che dove è presente la Rab32, il reticolo endoplasmatico (una parte della cellula che immagazzina il calcio) si avvicina troppo ai mitocondri.
Il risultato è un disturbo di comunicazione tra le centrali energetiche cellulari e le scorte di calcio, che indurrebbe i mitocondri a funzionare male. Col tempo, si ha un effetto tossico sulle cellule cerebrali dei pazienti. Gli scienziati non hanno ancora chiarito cosa determini l’azione ‘disturbatrice’ di Rab32 sui mitocondri, ma ritengono che il problema possa aver origine proprio a livello del reticolo endoplasmatico cellulare.
Secondo Eggleton «si tratta di un passo avanti cruciale che, nel tempo, speriamo possa portare a nuovi trattamenti efficaci contro la sclerosi multipla». L’idea è utilizzare Rab32 come bersaglio da colpire, cercando al contempo eventuali altre proteine che potrebbero contribuire ad ‘accendere’ la patologia.
«Nessuno sa per certo il motivo per cui le persone sviluppano la sclerosi multipla e accogliamo con favore qualsiasi ricerca migliori le nostre possibilità di comprendere come fermarla – sottolinea David Schley, Research Communications Manager della Ms Society – Attualmente esistono trattamenti disponibili per molti degli oltre 100mila pazienti britannici che convivono con questa condizione difficile e imprevedibile. Vogliamo che i malati abbiano un’ampia gamma di trattamenti tra i quali poter scegliere, e vogliamo offrire loro la terapia giusta al momento giusto».