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 Lesioni spinali riparate con staminali del midollo

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paris Inserito il - 01/10/2020 : 20:25:20
Ultim'ora.... chissà se potranno essere applicate anche nella sm.....

Sulla Stampa
Lesioni spinali riparate con le staminali del midollo
L'esperimento, riuscito nel topo, potrebbe portare a nuove strategie rigenerative anche nell'uomo



01 Ottobre 2020

Il midollo spinale può essere rigenerato dopo una lesione grazie alle sue stesse cellule staminali: al loro interno è stato infatti scoperto un 'interruttore' che le induce a formare nuove cellule (chiamate oligodentrociti) che vanno a rivestire e isolare i prolungamenti dei neuroni, favorendo la trasmissione degli impulsi nervosi. L'esperimento, riuscito nel topo, potrebbe portare a nuove strategie rigenerative anche nell'uomo, come spiegano i ricercatori svedesi del Karolinska Institutet nel loro studio pubblicato sulla rivista Science.

«Abbiamo scoperto che le staminali non sono costrette a formare solo il tessuto cicatriziale e abbiamo capito che in realtà possiamo spingerle in un'altra direzione per formare cellule che contribuiscono alla riparazione», spiega il primo autore dello studio, Enric Llorens-Bobadilla. Il prossimo passo sarà quello di «verificare se anche nell'uomo esistono simili cellule staminali in numero sufficiente vicino al canale centrale del midollo spinale», come sottolineato in un articolo di commento dagli esperti Catherina Becker e Thomas Becker dell'Università di Edimburgo.

sul Messaggero https://www.ilmessaggero.it/salute/ricerca/staminali_midollo_riparare_lesioni_spinali_interruttore_impulsi_nervosi_ultima_ora_1_ottobre_2020-5497393.htmlà
1   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
paris Inserito il - 02/10/2020 : 17:36:08
Oggi su Repubblica,
https://www.repubblica.it/salute/2020/10/01/news/cellule_staminali_riprogrammate_per_riparare_i_danni_al_midollo_spinale-269146192/?ref=RHPPLF-VU-I257343052-C8-P4-S6.4-T1Cellule staminali “riprogrammate” per riparare i danni al midollo spinale
di TIZIANA MORICONI

I ricercatori del Karolinska Institutet sono riusciti a modificare le cellule staminali nei topi per renderle in grado di ricostituire una parte della fibra nervosa lesionata. Lo studio su Science
01 OTTOBRE 2020
2° MINUTI DI LETTURA
Rigenerare il midollo spinale danneggiato utilizzando le sue stesse cellule staminali, “riprogrammate”. E’ quello che hanno fatto, nei topi, i ricercatori del Karolinska Institutet (in Svezia), che dalle pagine di Science tentano di aprire una nuova via alla medicina rigenerativa. Va detto subito che è impossibile dire oggi se questa stessa strategia potrà un giorno essere applicata anche nell’essere umano. Ma andiamo con ordine.

Enric Llorens-Bobadilla e i suoi colleghi hanno scoperto l’”interruttore” che rende le cellule staminali, normalmente presenti nel midollo spinale, in grado di reagire a una lesione dando luogo a nuove cellule funzionali - chiamate oligodendrociti - che rimpiazzano quelle perdute, invece che formare una cicatrice, come normalmente accade.

Per funzionare nel modo corretto, infatti, i nervi sono ricoperti da una guaina (detta mielinica) che permette ai segnali di viaggiare velocemente dal cervello al resto del corpo. In seguito a una lesione, parte di questa guaina viene persa e la funzionalità dei nervi compromessa. Il tessuto, infatti, cerca di ripararla, ma nel modo “sbagliato” dando luogo a una cicatrice che non può trasmettere il segnale. Nessuna struttura cellulare nervosa, al momento, viene “rimpiazzata” dopo una lesione, che quindi può portare a disabilità e paralisi. Se è vero, infatti, che nel cervello e nel midollo spinale si trovano delle cellule staminali quiescenti potenzialmente in grado di riformare le cellule perdute, quel che accade in realtà è che tali cellule producono principalmente astrociti che formano un tessuto cicatriziale, e non neuroni. Inoltre producono molto pochi oligodendrociti, che invece servirebbero per ricostituire quel rivestimento tanto importante per il passaggio dell’impulso nervoso.

I ricercatori sono partiti da due questioni aperte. Prima: esiste un potenziale staminale rigenerativo quiescente sufficiente a riparare i danni? Seconda: se esiste, come “dire” alle cellule staminali di produrre le cellule giuste? La risposta sta in un gene chiamato OLIG2 che permette la differenziazione delle cellule staminali in oligodendrociti ma che - come spiegano i ricercatori - non è espresso nelle cellule staminali dei topi adulti. Gli scienziati hanno modificato dei topi in modo che le loro cellule staminali esprimessero OLIG2. Una modifica che - semplificando quello che è in realtà un processo molto complesso - ha portato effettivamente alla produzione di nuovi oligodendrociti: le cellule “giuste” che, una volta mature, hanno raggiunto il luogo della lesione, dove hanno ricostituito la guaina mielinica e contribuito a ristabilire il passaggio del segnale nervoso. I risultati osservati sono simili a quelli ottenuti con l trapianto di cellule staminali, ma è la prova che, almeno nei topi, esiste una riserva di staminali potenzialmente “utile” che potrebbe servire come alternativa.
Il passaggio dal topo all’essere umano è tutt’altro che scontato, però. Prima di tutto sarà necessario verificare se esistono cellule staminali con lo stesso potenziale e se sono in numero sufficiente.

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