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paris
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Inserito il - 10/08/2017 : 10:32:43
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http://www.lultimaribattuta.it/67284_sclerosi-multipla-batterio
Novità nella cura della sclerosi multipla, per contrastarla sarebbe efficace un batterio presente nel nostro intestino Salute 10/08/2017 21 secondi fa - Matteo Liguori
E’ presto per cantare vittoria, ma allo stesso tempo è confortante sapere che è stato isolato un batterio che curerebbe la sclerosi multipla.
Si va verso nuova era, quella della medicina che mette a punto ed utilizza i “farma-microbi”. Uno di questi è un tipo di batterio della flora intestinale che potrebbe essere usato come terapia contro la sclerosi multipla, avviando la medicina verso nuovi orizzonti, impiegando microrganismi e usandoli come farmaci per curare malattie tra le più disparate, dall’autismo al Parkinson.
La scoperta è il frutto di un lavoro portato avanti congiuntamente da Università dell’Iowa e Mayo Clinic e pubblicata sulla rivista Cell Reports. Si tratta di una ricerca potenzialmente importante, perché sempre di più aumentano le evidenze sperimentali che dimostrano come i batteri che compongono la flora intestinale siano cruciali non solo per la salute del tratto digerente ma anche di tutto il resto dell’organismo: “stiamo entrando in una nuova era della medicina – afferma l’autore del lavoro Joseph Murray – in cui useremo i microbi come farmaci per curare malattie” (Murray ha coniato il farmaco ‘brug’ dall’unione di ‘bug’, microbo, e drug, farmaco).
Il batterio protagonista di questo studio si chiama Prevotella histicola, gli esperti lo hanno isolato da campioni di flora intestinale prelevati dall’intestino di soggetti sani e lo hanno iniettato in modelli animali di sclerosi multipla. Grazie a questa “terapia'”, il quadro neurologico dei topolini malati è migliorato e allo stesso tempo è diminuita nel loro organismo la concentrazione di due proteine che causano infiammazione ed aumenta la concentrazione di cellule che contrastano la malattia, cellule immunitarie come i linfociti T, “cellule dendritiche” e un tipo di “macrofago”.
Gli esperti ritengono che questi risultati siano il punto di partenza per testare il batterio su pazienti con sclerosi multipla, una malattia autoimmune in cui il sistema immunitario del paziente va in tilt e distrugge la guaina isolante dei nervi, la mielina, determinando danni neurologici progressivi. Studi recenti hanno evidenziato che pazienti con sclerosi multipla presentano alterazioni della flora intestinale e, guarda caso, sono carenti o privi del batterio Prevotella histicola.
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sinisa
Utente Master
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Inserito il - 10/08/2017 : 22:00:37
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Interessante |
Simo
i fiori sono fragili e muoiono in un soffio, quasi come i giorni in una vita, Ma se li sai guardare, se li sai toccare, darai senso al loro breve vivere...
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paris
Utente Master
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14350 Messaggi |
Inserito il - 11/08/2017 : 10:20:16
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questo sul Corriere della sera: http://www.corriere.it/salute/neuroscienze/17_agosto_08/isolato-nell-intestino-batterio-che-potrebbe-curare-sclerosi-multipla-a3468a6e-7c3f-11e7-81a5-3e164bb23329.shtml
Nell’intestino un batterio che protegge dalla sclerosi multipla Verso nuova era medicina con i «farma-microbi». Con la somministrazione di un batterio della flora intestinale nei topolini malati il loro quadro neurologico è migliorato di Cristina Marrone
È stato scoperto un tipo di batterio della flora intestinale che potrebbe essere usato come terapia contro la sclerosi multipla, avviando la medicina verso una nuova era di «farma-microbi», ovvero microrganismi usati come farmaci per curare malattie tra le più disparate, dall’autismo al Parkinson. È il risultato di una ricerca condotta tra Università dell’Iowa e Mayo Clinic e pubblicata sulla rivista Cell Reports. Un altro studio sullo stesso tema era stato firmato da ricercatori del San Raffaele di Milano e pubblicato sulla rivista Science Advances nel mese di luglio. Sclerosi multipla, diagnosi, sintomi e cure
Le potenzialità La ricerca americana è potenzialmente importante, perché sempre di più aumentano le evidenze sperimentali che dimostrano come i batteri che compongono la flora intestinale siano cruciali non solo per la salute del tratto digerente ma anche di tutto il resto dell’organismo: «Stiamo entrando in una nuova era della medicina - afferma l’autore del lavoro Joseph Murray - in cui useremo i microbi come farmaci per curare malattie (Murray ha coniato il farmaco `brug´ dall’unione di `bug´, microbo, e drug, farmaco). In generale lo studio del microbiota (l’insieme dei batteri all’interno del nostro intestino) è un filone della medicina sempre più promettente e in futuro ci potrà forse rivelare qual è il livello di rischio di ammalarsi di una determinata malattia.
Il batterio Il batterio protagonista di questo studio si chiama Prevotella histicola, gli esperti lo hanno isolato da campioni di flora intestinale prelevati dall’intestino di soggetti sani e lo hanno iniettato per via oral e ai topi ai quali era stata indotta l’encefalite allergica sperimentale, malattia simile alla sclerosi multipla. Grazie a questa «terapia», il quadro neurologico dei topolini malati è migliorato e allo stesso tempo è diminuita nel loro organismo la concentrazione di due proteine che causano infiammazione ed aumenta la concentrazione di cellule che contrastano la malattia, cellule immunitarie come i linfociti T, `cellule dendritiche´ e un tipo di `macrofago´. Un tassello molto importante «Lo studio è molto interessante e aggiunge un nuovo importante tassello al filone di ricerca legato al microbiota. In questa ricerca è stato dimostrato che la somministrazione del batterio Prevotella histicola protegge dallo sviluppo della malattia - commenta il professor Giancarlo Comi, primario di neurologia e direttore dell’Istituto di Neurologia Sperimentale (INSPE) dell’IRCCS Ospedale San Raffaele -. Non possiamo però dire con certezza che sia la carenza di questo batterio a determinare la malattia perché a sua volta la Prevostella influenza gli altri germi, potrebbe quindi essere che ci sia un altro batterio responsabile, la cui presenza sia in qualche modo contrastata dalla presenza della Prevostella, ma la sua presenza “sulla scena del crimine” è di grande rilevo perché da sola può influenzare modificazioni dell’attività infiammatoria del nostro sistema immunitario».
In futuro test sull’uomo Gli esperti ritengono che questi risultati siano il punto di partenza per testare il batterio su pazienti con sclerosi multipla, una malattia autoimmune causata da una degenerazione della guaina mielinica, la membrana con funzione isolante che avvolge gli assoni dei neuroni e forma la fibra nervosa. La perdita di mielina (demielinizzazione) compromette la capacità dei nervi di condurre gli impulsi da e per il cervello, provocando i sintomi tipici della sclerosi multipla e danni neurologici progressivi. Studi recenti, in particolare quello da poco pubblicato dai ricercatori del San Raffaele di Milano, hanno evidenziato che pazienti con sclerosi multipla presentano alterazioni della flora intestinale e, guarda caso, sono carenti o privi del batterio Prevotella histicola, proprio quello che i ricercatori americani hanno iniettato nei topolini malati e che in seguito sono migliorati sul quadro neurologico. Lo studio del San Raffaele Che nella sclerosi multipla recidivante-remittente, durante le fasi che precedono la riattivazione della malattia, avesse un ruolo chiave il microbiota intestinale era già appunto emerso, come detto, da uno studio coordinato da Marika Falcone, ricercatrice della Divisione di Immunologia trapianti e malattie infettive e Vittorio Martinelli, neurologo del Centro Sclerosi Multipla del San Raffaele diretto dal professor Giancarlo Comi. Nella ricerca era stato evidenziata un’alterazione della flora batterica (microbiota) intestinale e una corrispondente proliferazione di un tipo di globuli bianchi considerati fondamentali nello sviluppo della sclerosi multipla. L’analisi della flora batterica intestinale ha evidenziato che nei pazienti con malattia attiva (con ricadute cliniche o documentate dalla Risonanza Magnetica) erano presenti due vistose anomalie: una quantità ridotta di Prevotella e un aumento della presenza di due ceppi di Streptococco (S. oralis and S. mitis), che solitamente risiedono nella cavità orale e che hanno notevoli capacità infiammatorie. «Era già nota una ridotta presenza della Prevostella in pazienti con sclerosi multipla - spiega il professor Giancarlo Comi - ma nel nostro studio, in particolare si è visto che la riduzione della Prevostella si associava a un incremento di cellule infiammatorie che sono quelle che aggrediscono il sistema nervoso, producendo la malattia». Fattori di rischio La malattia, sempre più diffusa soprattutto fra le donne, è legata alla presenza di molteplici fattori genetici che si vanno a sommare a fattori ambientali che sostanzialmente hanno due vie di comunicazione: polmoni e intestino. Non a caso si sa che il fumo aumenta i rischi di malattia, ma anche il fattore intestinale (e di conseguenza alimentare) ha un suo ruolo. «Il nostro stile di vita ha un’influenza molto potente. Ovviamente se una persona non ha la predisposizione genetica non succede nulla, ma in chi ce l’ha tutto può capitare» conclude Comi 9 agosto 2017 |
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