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dany61
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Inserito il - 25/07/2020 : 06:34:01  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di dany61 Invia a dany61 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
La morte di Clorinda
Ma ecco omai l'ora fatale è giunta
che 'l viver di Clorinda al suo fin deve.
Spinge egli il ferro nel bel sen di punta
che vi s'immerge e 'l sangue avido beve;
e la veste, che d'or vago trapunta
le mammelle stringea tenera e leve,
l'empie d'un caldo fiume. Ella già sente
morirsi, e 'l pi è le manca egro e languente.

Segue egli la vittoria, e la trafitta
vergine minacciando incalza e preme.
Ella, mentre cadea, la voce afflitta
movendo, disse le parole estreme;
parole ch'a lei novo un spirto ditta,
spirto di fé, di carità, di speme:
virtù ch'or Dio le infonde, e se rubella
in vita fu, la vuole in morte ancella.

- Amico, hai vinto: io ti perdon... perdona
tu ancora, al corpo no, che nulla pave,
a l'alma sì; deh! per lei prega, e dona
battesmo a me ch'ogni mia colpa lave. -
In queste voci languide risuona
un so che di flebile e soave
ch'al cor gli scende ed ogni sdegno ammorza,
e gli occhi a lagrimar gli invoglia e sforza.

Poco quindi lontan nel sen del monte
scaturia mormorando un picciol rio.
Egli v'accorse e l'elmo empié nel fonte,
e tornò mesto al grande ufficio e pio.
Tremar sentì la man, mentre la fronte
non conosciuta ancor sciolse e scoprio.
La vide, la conobbe, e restò senza
e voce e moto. Ahi vista! ahi conoscenza!

Non morì già, ché sue virtuti accolse
tutte in quel punto e in guardia al cor le mise,
e premendo il suo affanno a dar si volse
vita con l'acqua a chi co 'l ferro uccise.
Mentre egli il suon de' sacri detti sciolse,
colei di gioia trasmutossi, e rise;
e in atto di morir lieto e vivace,
dir parea: <<S'apre il cielo; io vado in pace>>.

D'un bel pallor ha il bianco volto asperso,
come a' gigli sarian miste viole,
e gli occhi al cielo affisa, e in lei converso
sembra per la pietate il cielo e 'l sole;
e la man nuda e fredda alzando verso
il cavaliero in vece di parole
gli dà pegno di pace: In questa forma
passa la bella donna, e par che dorma.
(Torquato Tasso

“La vita è ciò che ti accade mentre fai altri progetti” John Lennon
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dany61
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Inserito il - 26/07/2020 : 06:34:33  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di dany61 Invia a dany61 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando

La capra
Ho parlato a una capra.
Era sola sul prato, era legata.
Sazia d’erba, bagnata
dalla pioggia, belava.

Quell’uguale belato era fraterno
al mio dolore. Ed io risposi, prima
per celia, poi perché il dolore è eterno,
ha una voce e non varia.
Questa voce sentiva
gemere in una capra solitaria.

In una capra dal viso semita
sentiva querelarsi ogni altro male,
ogni altra vita.
(Umberto Saba)

“La vita è ciò che ti accade mentre fai altri progetti” John Lennon
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dany61
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Inserito il - 27/07/2020 : 08:39:27  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di dany61 Invia a dany61 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando

Bert Kessler
Colpii l'ala dell'uccello,
benché volasse verso il sole al tramonto;
appena echeggiò lo sparo, si levò
sempre più alto tra sprazzi di luce dorata,
finché si rovesciò a capofitto, le penne arruffate,
qualche piuma sospesa nell'aria,
e cadde come piombo sull'erba.
Feci qualche passo, scostando i cespugli,
finché vidi uno schizzo di sangue su un tronco
e la quaglia riversa tra le radici fradice.
Allungai la mano, non c'erano rovi,
ma qualcosa la punse e la trafisse e la gelò.
E poi, in un baleno, scorsi il serpente a sonagli -
le grandi palpebre sugli occhi gialli,
la testa arcuata, affondata nelle spire,
un viluppo schifoso, color cenere,
o di foglie di quercia sbiadite sotto strati di foglie.
Restai impietrito mentre si ritraeva e srotolava
e cominciava a strisciare sotto il tronco,
poi mi afflosciai sull'erba.
(Edgar Lee Masters, trad. Alberto Rossatti)

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dany61
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Inserito il - 28/07/2020 : 13:05:52  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di dany61 Invia a dany61 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Una sosta
Ero stanco, scelsi quell'angolo che dava sul mare così a caso, spinto dalla necessità di una pausa.
Ricordo che avevo accostato e traversato la strada, con una sensazione di familiarità nel risentire il selciato sotto i miei piedi.
Era molto presto, temevo un'alba instabile, e pure avrei desiderato una pioggia minima, leggera, una nuvola circoscritta ai miei pensieri, al mio corpo, pensavo che mi avrebbe fatto piacere e quasi mi disposi ad aspettare le prime gocce, poi un caffè caldo, il volto di una ragazza pulita, il giornale, sfogliarlo con disinteresse, e per le notizie e per il tempo che sarebbe scivolato via... Poi salutare e riprendere il viaggio, con in gola, a mezz'aria, ancora l'arrivederci a quella terra...
Cominciava a piacermi quel posto, non so quanto tempo rimasi immobile ad ascoltare quelle onde che sospinte da una bava di vento venivano a sussurrare qualcosa, là in fondo, là in basso, dove vedevo gli ultimi cespugli cedere il posto alla linea degli scogli.
Qualche rada luce, forse di lampara, bucava a tratti il buio delle nubi... forse pescatori che tornavano... se così fosse stato, pensai che mi sarebbe piaciuto ascoltare i loro dialetti sommessi sulla superficie del mare... Chissà quali pensieri dettava loro la quiete apparente di quell'andare in cerca sotto costa.
Dico che la presenza alle mie spalle non mi sorprese, mi sentivo aperto in qualche modo ad un incontro, già da tempo.
Era una giovane donna, per la sua giovinezza trovai naturale non aver sentito annunciarsi i suoi passi... Si fermò poco distante da me, sembrava fissare un punto preciso dell'orizzonte: la tranquillità di quel suo arrivo mi portava imrovvisa-mente qualcosa di familiare, qualcosa che si insinuava delicatamente nei miei pensieri, una immagine, un sogno, il desiderio della pioggia sottile, già indovinavo i suoi occhi.
Taceva, tacevo e mi calavo nei dintorni fatti di silenzio, ascoltando...il silenzio, quella donna, di me soprattutto le mani... Ti desideravo, come ora ti sapevo...
Nello spazio precedente all'arrivo di quella donna, ero stato lungamente a rivedere immagini, suoni improvvisi mi giungevano dalla memoria, indagavo il disegno del tuo volto, era così dolce, ero dovuto partire un'altra volta, per quell'impegno improvviso, ora mi ero fermato, forse per una pausa, forse per spezzare la stanchezza o la noia di quel lungo viaggio, almeno così mi ripetevo...
Osservavo discretamente quella donna, mi domandavo cosa volesse e cosa o chi stesse aspettando, in quel posto fuori mano... Cominciavo ad avvertire qualcosa di strano in quel silenzio di due sconosciuti così vicini, eravamo due sconosciuti guardando il mare, probabilmente ognuno con la propria attesa.
Stavo per dimenticare i miei pensieri, volevo cogliere il punto esatto in cui quella donna posava lo sguardo...
Credo che anche lei sapesse l'impossibilità di rivolgerci una sola parola o un cenno.
Ad un tratto scorsi con la coda dell'occhio la scaletta di pietra che portava giù, fino al mare... Pensai alle lampare, alla eventualità di un approdo, forse lei stava aspettando qualcuno, forse avrebbe preferito essere lì da sola...
Non ero sicuro di poter capire, c'era qualcosa di strano, chissà, forse le braccia di quella donna... erano di una immobilità straordinaria, erano come indifferenti alla brezza che giungeva dal mare... ebbi un brivido, volevo capire.
Mi spiazzò l'arrivo delle prime gocce di pioggia, il mio stato d'animo era mutato rapidamente, mi sentivo nervoso... volevo sapere di lei, perché due persone si incontrano a caso e continuano a tacere, anche in uno spazio così ristretto... perché continuare a distare e non entrare invece nella semplicità di un gesto, di una parola sola che riporti ad una
umanità forse meglio disposta al dialogo, alla cordialità, ad un minimo di solidarietà...
Perché quel silenzio dapprima gentile ora si alzava, ci separava, ci faceva diversi, ci parlava in due lingue sconosciute?
Mi sentivo impacciato, irretito, troppo memore o consapevole che solo con te avevo parlato... desiderai che in qualche modo tu venissi a portarmi via...
Per te sarebbe stato tutto così naturale... Dove mi aveva portato quel viaggio?
Ricordavo di aver svoltato, di aver seguito una deviazione non segnata sulla carta, dovevo essere abbastanza lontano dalla statale... Come ero finito laggiù?
Mi stavo lasciando irretire da quella presenza, ma non riuscivo ad allontanarmi: cosa c'era di più naturale, in fondo, per un viaggiatore, che fermarsi un attimo a riposare, guardarsi intorno e poi ripartire?... Io non riuscivo a farlo, non c'ero riuscito fino ad allora.
E quella presenza che si faceva sempre più grande ed estranea...
Pensavo già a cosa avrei potuto raccontarti di questa storia, mi sembrava assurdo, in fondo, il poterti dire, al ritorno, che guardare il mare in silenzio, con una donna accanto, una sconosciuta, aveva potuto innervosirmi fino a tal punto... Ma anche questo ti avrei raccontato, lo sapevo bene; però, almeno per ora, ero lì, incapace di muovermi e di capire...
A questo punto nella mia storia dovrebbe irrompere, o scivolare, qualcosa di assurdo o di troppo quotidiano, probabilmente ciò che voglio dire o ciò che cerco di dimenticare.
Ho bisogno d'essere creduto e di credermi, ho bisogno di averti accanto.
Alzai lo sguardo, lo portai dove cominciavano gli occhi di quella donna, li seguii fino in fondo e già temevo... quegli occhi portavano al mare, quegli occhi erano altri occhi, li perdevo e rinascevano, si inabissavano nel mare e risalivano in superfìcie per ricominciare, cercavano le luci, quelle luci che tiravano al fondo, le lampare si spegnevano ad una ad una ed io ero immobile, io le stavo accanto, lei era ancora lì, quando strinsi i suoi occhi nei miei e ripartii...
So che potresti chiedermi dell'altro, un giorno, quando, mi dicono, sarò riuscito a riaprire gli occhi.
Cataldo Amoruso

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dany61
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Inserito il - 29/07/2020 : 14:33:11  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di dany61 Invia a dany61 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Nostalgia
Tra le nubi ecco il turchino
cupo ed umido prevale:
sale verso l'Apennino
brontolando il temporale.
Oh se il turbine cortese
sovra l'ala aquilonar
mi volesse al bel paese
di Toscana trasportar!

Non d'amici o di parenti
là m'invita il cuore e il volto:
chi m'arrise a i dì ridenti
ora è savio od è sepolto.
Né di viti né d'ulivi
bel desio mi chiama là:
fuggirei da' lieti clivi
benedetti d'ubertà.

De le mie cittadi i vanti
e le solite canzoni
fuggirei: vecchie ciancianti
a marmorei balconi!
Dove raro ombreggia il bosco
le maligne crete, e al pian
di rei sugheri irto e fosco
i cavalli errando van,

là in Maremma ove fiorio
la mia triste primavera,
là rivola il pensier mio
con i tuoni e la bufera:
là nel ciel nero librarmi
la mia patria a riguardar,
poi co 'l tuon vo' sprofondarmi
tra quei colli ed in quel mar.
(Giosué Carducci)

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dany61
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Inserito il - 30/07/2020 : 07:06:22  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di dany61 Invia a dany61 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando

Potessero le mie mani sfogliare
Pronunzio il tuo nome
nelle notti scure,
quando sorgono gli astri
per bere dalla luna
e dormono le frasche
delle macchie occulte.
E mi sento vuoto
di musica e passione.
Orologio pazzo che suona
antiche ore morte.

Pronunzio il tuo nome
in questa notte scura,
e il tuo nome risuona
più lontano che mai.
Più lontano di tutte le stelle
e più dolente della dolce pioggia.

T’amerò come allora
qualche volta? Che colpa
ha mai questo mio cuore?
Se la nebbia svanisce,
quale nuova passione mi attende?
Sarà tranquilla e pura?
Potessero le mie mani
sfogliare la luna!!
(Federico García Lorca;
traduzione di Claudio Rendina)

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dany61
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Il passero solitario (dalla raccolta di poesie Myricae)

Tu nella torre avita,
passero solitario,
tenti la tua tastiera,
come nel santuario
monaca prigioniera,
l’organo, a fior di dita;

che pallida, fugace,
stupì tre note, chiuse
nell’organo, tre sole,
in un istante effuse,
tre come tre parole
ch’ella ha sepolte, in pace.

Da un ermo santuario
che sa di morto incenso
nelle grandi arche vuote,
di tra un silenzio immenso
mandi le tue tre note,
spirito solitario.
Giovanni Pascoli

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dany61
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Inserito il - 31/07/2020 : 17:56:35  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di dany61 Invia a dany61 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ho le rughe...
Mi sono guardata allo specchio e ho scoperto di avere molte rughe, intorno agli occhi, alla bocca, sulla fronte.
Ho le rughe perché ho avuto amici, e abbiamo riso, abbiamo riso tanto, fino alle lacrime.
E ho conosciuto l'amore, che mi ha fatto strizzare gli occhi di gioia.
Ho le rughe perché ho avuto dei figli, e mi sono preoccupata per loro fin dal concepimento, e ho sorriso a ogni loro nuova scoperta e ho passato notti a cullarli.
E poi ho pianto.
Ho pianto per le persone che ho amato e che sono andate via, per poco tempo o per sempre oppure senza sapere il perché.
Ho vegliato, trascorso ore insonni per progetti andati bene, andati male, mai partiti, per la febbre dei bambini, per leggere un libro o fare l’amore.
Ho visto posti splendidi, nuovi, che mi hanno fatto aprire la bocca stupita, e rivisto i posti vecchi, antichi, che mi hanno fatto commuovere.
Dentro a ogni solco sul mio viso, sul mio corpo, si nasconde la mia storia, le emozioni che ho vissuto, la mia bellezza più intima e se cancellassi questo, cancellerei me stessa.
Ogni ruga è un aneddoto della mia vita, un battito del mio cuore, è l’album fotografico dei miei ricordi più importanti.
~ Marinella Canu ~

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dany61
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Inserito il - 01/08/2020 : 06:55:14  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di dany61 Invia a dany61 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Chissà se un giorno butteremo le maschere (da Quaderno di quattro anni, 1977)

Chissà se un giorno butteremo le maschere
che portiamo sul volto senza saperlo.
Per questo è tanto difficile identificare
gli uomini che incontriamo.
Forse fra i tanti, fra i milioni c’è
quello in cui viso e maschera coincidono
e lui solo potrebbe dirci la parola
che attendiamo da sempre. Ma è probabile
che egli stesso non sappia il suo privilegio.
Chi l’ha saputo, se uno ne fu mai,
pagò il suo dono con balbuzie o peggio.
Non valeva la pena di trovarlo. Il suo nome
fu sempre impronunciabile per cause
non solo di fonetica. La scienza
ha ben altro da fare o da non fare.

Eugenio Montale

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dany61
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Inserito il - 02/08/2020 : 06:11:51  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di dany61 Invia a dany61 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Elli Michler, Ti auguro Tempo

Non ti auguro un dono qualsiasi,
ti auguro soltanto quello che i più non hanno.
ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;
se lo impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa.

Ti auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare, non
solo per te stesso,ma anche per donarlo agli altri.
ti auguro tempo, non per affrettarti a correre,
ma tempo per essere contento.

Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo,
ti auguro tempo perché te ne resti:
tempo per stupirti e tempo per fidarti
e non soltanto per guardarlo sull’orologio.

Ti auguro tempo per toccare le stelle
e tempo per crescere, per maturare.

Ti auguro tempo per sperare nuovamente e per amare.
Non ha più senso rimandare.
Ti auguro tempo per trovare te stesso,
per vivere ogni tuo giorno , ogni tua ora come un dono.

Ti auguro tempo anche per perdonare.

Ti auguro di avere tempo,
tempo per la vita.

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dany61
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Inserito il - 03/08/2020 : 07:44:41  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di dany61 Invia a dany61 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Lentamente muore

Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all’errore e ai sentimenti.
Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita, di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l’ardente pazienza
porterà al raggiungimento
di una splendida felicità.

(Martha Medeiros, poesia erroneamente attribuita a Pablo Neruda)

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dany61
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Inserito il - 04/08/2020 : 16:08:13  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di dany61 Invia a dany61 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
In riva al mare

Tirreno, anche il mio petto è un mar profondo,
E di tempeste, o grande, a te non cede:
L’anima mia rugge ne’ flutti, e a tondo
Suoi brevi lidi e il picciol cielo fiede.

Tra le sucide schiume anche dal fondo
Stride la rena: e qua e là si vede
Qualche cetaceo stupido ed immondo
Boccheggiar ritto dietro immonde prede.

La ragion de le sue vedette algenti
Contempla e addita e conta ad una ad una
Onde belve ed arene invan furenti:

Come su questa solitaria duna
L’ire tue negre e gli autunnali venti
Inutil lampa illumina la luna.

Giosuè Carducci

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Inserito il - 06/08/2020 : 07:26:31  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di dany61 Invia a dany61 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Le prime tristezze
Ero un fanciullo, andavo a scuola, e un giorno
dico a me stesso: << Non ci voglio andare >>
e non andai. Mi misi a passeggiare
solo soletto fino a mezzogiorno.

E così spesso. A scuola non andai
che qualche volta da quel triste giorno.
Io passeggiavo fino a mezzogiorno
e l’ore… l’ore non passavan mai.

Così il rimorso teneva il mio cuore
in quella triste libertà perduto,
e qual ansia, mio Dio, d’esser veduto
dal signor Monti, dal signor dottore!

Pensavo alla mia classe, al posto vuoto,
al registro, all’appello (oh il nome, il nome
mio nel silenzio) e mi sentivo come
proteso su l’abisso dell’ignoto.

E mi spingevo fin verso i giardini
od ai viali fuori di città;
e mi chiedevo: << Adesso, chi sarà
interrogato, Poggi o Poggiolini? >>

O fra me ripetevo qualche brano
di storia (Berengario, Carlo Magno,
Rosmunda) ed era la mia voce un lagno
ritmico, un suono quasi non umano.

E quante quante volte domandai
l’ora ad un passante frettoloso ed era
nella richiesta mia tanta preghiera!
Ma l’ore… l’ore non passavan mai.

Chi mi darà, chi mi darà quell’ore
così perdute dell’infanzia mia?
Non tu, non tu che tanta nostalgia
e tanto affanno mi ridesti in cuore,

non tu, non tu che la tua fronte chini
per tacermi una lacrima o il pensiero
ch’è sulla soglia del tuo ciglio nero
e nemmen Poggi e nemmen Poggiolini.
(Marino Moretti)

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dany61
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Inserito il - 07/08/2020 : 07:25:49  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di dany61 Invia a dany61 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Elena Oshiro

Credo nel tuo sorriso,
finestra aperta nel tuo essere.
Credo nel tuo sguardo,
specchio della tua onestà.
Credo nella tua mano,
sempre tesa per dare.
Credo nel tuo abbraccio,
accoglienza sincera del tuo cuore.
Credo nella tua parola,
espressione di quel che ami e speri.
Credo in te, amico,
così, semplicemente,
nell’eloquenza del silenzio.

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Uomo del mio tempo (dalla raccolta Giorno dopo giorno, 1947)

Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
Quando il fratello disse all’altro fratello:
«Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
Salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.
Salvatore Quasimodo

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Inserito il - 09/08/2020 : 07:03:19  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di dany61 Invia a dany61 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ogni giorno è un nuovo giorno.
Tutto da inventare, tutto da vivere, tutto da godere.
L’alba lo posa sul palcoscenico della tua vita, e se ne va.
Il nuovo giorno è tuo, t’appartiene, nessuno te lo può portare via.
Puoi farne ciò che vuoi.
Puoi farne un capolavoro o un fiasco.
Perché sei Tu il soggettista…
Perché sei Tu il regista…
Perché sei Tu il protagonista.
La vita è fatta di tanti nuovi giorni: tutti da inventare, tutti da vivere,
tutti da godere.
Alzati dalla poltrona di prima fila!… e sali sul palcoscenico della tua vita!
Omar Falworth.

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Inserito il - 10/08/2020 : 06:14:41  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di dany61 Invia a dany61 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando

Essere noi stessi
Non avere vergogna
di scrivere versi,
non temere i giudizi
sciocchi
degli indifferenti.
Sii te stesso!
Fai parlare il tuo cuore
e semina le tue emozioni
nei campi del mondo!
Troverai sempre
un'anima pura
che si disseterà
alla tua fonte,
che berrà avida
i tuoi sentimenti.
Attorno a noi
non tutto è aridità
Salvatore Armando Santoro)

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Inserito il - 11/08/2020 : 08:34:48  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di dany61 Invia a dany61 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando

Donna in Pisa
Non sempre fosti sola con me, spesso guardavi
lunghe feste appassite nei canali
scorrere sotto i ponti inseguite dal tempo,
tra i pampini, tra i prati languidi e il lume
della sera discendere i fondali
e le spire del fiume.

E talvolta era incerto tra noi chi fosse assente:
spesso vedevi i limpidi tornei
snodarsi nelle vie sotto i soli d'inverno,
tra logge, tra fiori fumidi e il gelo
delle mura sospingere i trofei
nella luce d'Averno.

Donna altrimenti -e niente più simile alla vita-
calda d'impercettibili passioni
velata da un vapore di lagrime ideali
nel vento, sui ponti ultimi al fuoco
delle stelle apparivi dai portali,
dietro i vetri di croco.
(Mario Luzi)

“La vita è ciò che ti accade mentre fai altri progetti” John Lennon
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Inserito il - 12/08/2020 : 07:05:19  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di dany61 Invia a dany61 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell’abbagliante splendore del loro primo amore

(Jacques Prévert)

“La vita è ciò che ti accade mentre fai altri progetti” John Lennon
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dany61
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Inserito il - 13/08/2020 : 06:23:48  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di dany61 Invia a dany61 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
La mano.
Ventisette ossa,
trentacinque muscoli
circa duemila cellule nervose
in ogni polpastrello delle nostre cinque dita.
E’ più che sufficiente
per scrivere Mein Kampf
o Winnie the Pooh.
(Wislawa Szymborska)

Tra adesso e adesso
tra io sono e tu sei
la parola ponte.
(Octavio Paz)

La tua verità?
No, la Verità,
vieni con me a cercarla.
La tua, tienitela.
(Antonio Machado)

Ogni volta che mi guardi
nasco nei tuoi occhi.
(Jorge Riechmann)

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Inserito il - 14/08/2020 : 07:06:46  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di dany61 Invia a dany61 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Gabbiani

Non so dove i gabbiani abbiano il nido,
ove trovino pace.
Io son come loro
in perpetuo volo.
La vita la sfioro
com’essi l’acqua ad acciuffare il cibo.
E come forse anch’essi amo la quiete,
la gran quiete marina,
ma il mio destino è vivere
balenando in burrasca.
Vincenzo Cardarelli

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Eugenio Montale, Felicità raggiunta

Felicità raggiunta, si cammina
per te su fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede, teso ghiaccio che s’incrina;
e dunque non ti tocchi chi più t’ama.
Se giungi sulle anime invase
di tristezza e le schiari, il tuo mattino
è dolce e turbatore come i nidi delle cimase
Ma nulla paga il pianto del bambino
a cui fugge il pallone tra le case.

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dany61
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Inserito il - 16/08/2020 : 14:41:19  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di dany61 Invia a dany61 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando

A una passante
La via assordante strepitava intorno a me.
Una donna alta, sottile, a lutto, in un dolore
immenso, passò sollevando e agitando
con mano fastosa il pizzo e l'orlo della gonna,

agile e nobile con la sua gamba di statua.
Ed io, proteso come folle, bevevo
la dolcezza affascinante e il piacere che uccide
nel suo occhio, livido cielo dove cova l'uragano.

Un lampo... poi la notte! - Bellezza fuggitiva
dallo sguardo che m'ha fatto subito rinascere,
ti rivedrò solo nell'eternità?

Altrove, assai lontano di qui! Troppo tardi! Forse mai!
Perché ignoro dove fuggi, né tu sai dove vado,
tu che avrei amata, tu che lo sapevi!
(Charles Baudelaire, trad. Claudio Rendina)

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Inserito il - 17/08/2020 : 06:32:22  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di dany61 Invia a dany61 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Un amore felice

Un amore felice. È normale?
è serio? è utile?
Che se ne fa il mondo di due esseri
che non vedono il mondo?

Innalzati l’uno verso l’altro senza alcun merito,
i primi qualunque tra un milione, ma convinti
che doveva andare così – in premio di che? Di nulla;

la luce giunge da nessun luogo –
perché proprio su questi, e non su altri?
Ciò offende la giustizia? Sì.
Ciò offende i principi accumulati con cura?
Butta giù la morale dal piedistallo? Sì, infrange e butta giù.

Guardate i due felici:
se almeno dissimulassero un po’,
si fingessero depressi, confortando così gli amici!
Sentite come ridono – è un insulto.
In che lingua parlano – comprensibile all’apparenza.
E tutte quelle loro cerimonie, smancerie,
quei bizzarri doveri reciproci che s’inventano –
sembra un complotto contro l’umanità!

È difficile immaginare dove si finirebbe
se il loro esempio fosse imitabile.
Su cosa potrebbero contare religioni, poesie,
di che ci si ricorderebbe, a che si rinuncerebbe,
chi vorrebbe restare più nel cerchio?

Un amore felice. Ma è necessario?
Il tatto e la ragione impongono di tacerne
come d’uno scandalo nelle alte sfere della Vita.
Magnifici pargoli nascono senza il suo aiuto.
Mai e poi mai riuscirebbe a popolare la terra,
capita, in fondo, di rado.

Chi non conosce l’amore felice
dica pure che in nessun luogo esiste l’amore felice.
Con tale fede gli sarà più lieve vivere e morire.
Wis#322;awa Szymborska

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Inserito il - 18/08/2020 : 07:10:30  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di dany61 Invia a dany61 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
L’Eternità

È ritrovata.
Che cosa? L’Eternità.
È il mare andato via
Col sole.

Anima sentinella,
Mormoriamo la confessione
Della notte così nulla
E del giorno di fuoco.

Dagli umani suffragi,
Dai comuni slanci
Lì tu ti liberi
E voli a seconda.

Poiché soltanto da voi,
Braci di raso,
Il Dovere si esala
Senza dire: finalmente.

Là nessuna speranza,
Nessun orietur.
Scienza con pazienza,
Il supplizio è certo.

È ritrovata.
Che cosa? – l’Eternità
È il mare andato via
Col sole.
Arthur Rimbaud

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dany61
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Inserito il - 20/08/2020 : 06:23:28  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di dany61 Invia a dany61 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
“Tutto passa”
“Tutto passa nella vita” diceva quella tizia.
Passano i pantaloni a zampa di elefante.
Passa la febbre.
Passano i treni, anche due volte, chi ha detto di no?
Passano le amiche, gli amici, i fidanzati.
Anche i mariti; le mogli poi!
Passa la voglia.
Passa il temporale e torna il sereno.
Passa la notte.
Passa il dolore, dopo cent’anni.
Passa il Natale, la Pasqua, …..
Passa la sabbia nella clessidra.
Passa il sangue dentro le vene.
Tutto passa, caro ragazzo.
Ciò che non passerà mai è tuo padre e tua madre.
Quando li amerai e quando li odierai, non passeranno.
Quando li loderai e quando li maledirai, saranno lì.
Due scogli viventi, due salvagenti.
Sbagliati, assurdi, con tanti difetti.
Forse divisi fra loro, lontani, in qualche modo legati da un filo d’acciaio.
Pronti, scattanti, soldati in guardia.
Persiane socchiuse, porte sempre aperte.
Testimoni della tua felicità e della tua infinita tristezza.
Medaglieri nelle tue vittorie e fazzoletti nelle tue sconfitte.
Spesso impotenti, ma mai arresi.
Non c’è moda che detti regole
Non c’è usura che li logori
Non c’è mezzo che li porti via.
Non passeranno, cara ragazza mia.
E se anche fossero dall’altra parte della terra o del cielo
ne sentiresti il profumo:
Profumo d’Amore.
Clara Lorenzini

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Inserito il - 21/08/2020 : 06:55:37  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di dany61 Invia a dany61 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Emily Dickinson, La speranza

La Speranza è quella cosa piumata –
che si viene a posare sull’anima –
Canta melodie senza parole –
e non smette – mai –

E la senti – dolcissima – nel vento –
E dura deve essere la tempesta –
capace di intimidire il piccolo uccello
che ha dato calore a tanti –

Io l’ho sentito nel paese più gelido –
e sui mari più alieni –
Eppure mai, nemmeno allo stremo,
ho chiesto una briciola – di me.

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