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 E' MORTA MIRIAM MAFAI
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Enza
Utente Master


Regione: Veneto
Prov.: Treviso
Città: c.franco vto


116312 Messaggi

Inserito il - 09/04/2012 : 18:41:09  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Enza Invia a Enza un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
ROMA - Si ? spenta a Roma la giornalista e scrittrice Miriam Mafai. Aveva 86 anni. Era una delle firme pi? prestigiose del giornalismo italiano. Attenta osservatrice dei cambiamenti della politica e della societ? del nostro Paese, fotografati e analizzati con un'ampia produzione saggistica, Mafai aveva contribuito alla nascita di Repubblica e per il quotidiano, per decenni, ha svolto un'intensa attivit? di editorialista, inviato, cronista politico, diventandone una delle colonne portanti, grande testimone di quasi un secolo di vita italiana.

Domani, 10 aprile, a partire dalle ore 15.30, sar? allestita la camera ardente presso la sala della Protomoteca in Campidoglio. Nella stessa sala alle ore 12 di mercoled? 11 aprile si terr? la commemorazione.

Miriam Mafai era nata a Firenze il 2 febbraio del 1926, figlia - insieme alle sorelle Simona e Giulia - di due fra i pi? noti artisti del XX secolo, il pittore Mario Mafai e la scultrice Maria Antonietta Raphael, tra i fondatori della corrente artistica della Scuola Romana. Militante comunista di lungo corso, aveva partecipato alla Resistenza antifascista a Roma. La sua carriera giornalistica era cominciata con l'Unit?, all'epoca "Organo del Partito Comunista Italiano", all'inizio degli anni Sessanta ma prima ancora, alla fine degli anni Cinquanta, era stata corrispondente da Parigi per il settimanale Vie Nuove. Poi, dalla met? degli anni Sessanta al 1970 era stata direttore di Noi Donne e poi inviato per Paese Sera. E poi Repubblica, per pi? di trent'anni. Dal 1983 al 1986 sar? anche presidente della Federazione nazionale della stampa italiana.

L'incontro con la politica avviene presto. Sui banchi di scuola, nel 1936, quando la classe festeggia la conquista dell'Impero mentre a lei suo padre aveva gi? spiegato che cosa significasse essere antifascista. Nel 1938, con le leggi razziali, viene esclusa dal ginnasio (la sua famiglia era per met? cattolica - il padre - e per met? ebrea - la madre -). Nel 1943 ? in strada, a Roma, a distribuire volantini contro l'occupazione tedesca. Nel 1944 entra a lavorare nell'ufficio stampa dell'appena istituito ministero dell'Italia occupata, diretto da Mauro Scoccimarro. E' l? che un giorno conosce Giancarlo Pajetta, che faceva parte di una delegazione del Comitato di liberazione nazionale. "Diventai amica sua e anche della moglie e dei figli", ha raccontato Mafai in un'intervista parlando di quello che, molti anni dopo, sarebbe diventato il lungo amore della sua vita.

Nel 1948, giovane funzionaria del PCI, sposa con una cerimonia civile Umberto Scalia, segretario della Federazione del PCI dell'Aquila. Nasceranno due figli, Sara e Luciano. E in Abruzzo - dove diventer? assessore del Comune di Pescara - viene a contatto con la realt? della povert? estrema, degli sfollati, dei ragazzini che non possono andare a scuola perch? non hanno nemmeno le scarpe. Da assessore si occupa anche e soprattutto di questo, di gestire gli aiuti per gli indigenti.

La relazione con Giancarlo Pajetta, "il ragazzo rosso" come si intitola la sua autobiografia, comincia nel 1962. Miriam Mafai (pi? di trent'anni lei, oltre cinquanta lui) era ancora sposata "e a molti, nel Partito comunista - raccontava - non andava gi?". Sar? un amore lungo trent'anni, fino alla morte del partigiano "Nullo", probabilmente il pi? popolare esponente del PCI per tutto il secondo Dopoguerra. Indelebili le parole della Mafai, che su questo rapporto diceva: "Tra un weekend con Pajetta e un'inchiesta, io preferir? sempre, decider? sempre, per la seconda". Il suo compagno morir? nella notte tra il 13 e 14 settembre del 1990, a 79 anni. Aveva trascorso la serata a una Festa dell'Unit?.

All'impegno giornalistico Mafai affianca una vasta produzione saggistica, da L'uomo che sognava la lotta armata (1984) a Pane Nero. Donne e vita quotidiana nella seconda guerra mondiale (1987) a Il lungo freddo. Storia di Bruno Pontecorvo, lo scienziato che scelse l'Urss (1992), da Botteghe Oscure addio. Com'eravamo comunisti (Premio Cimitile nel 1996) a Dimenticare Berlinguer (1996), da Il sorpasso. Gli straordinari anni del miracolo economico 1958-1963 (1997) a Il silenzio dei comunisti (2002), scritto insieme a Vittorio Foa e Alfredo Reichlin, per citarne solo alcuni.

E poi, per raccogliere il racconto dei suoi anni da osservatrice, aveva pubblicato nel 2006 Diario italiano, con i pezzi scritti per Repubblica dal 1976, anno della nascita del quotidiano, fino a quel momento. Note politiche, opinioni, analisi di costume, "il diario anche di coloro che hanno attraversato questi anni con le stesse speranze, curiosit?, emozioni, indignazioni, delusioni alle quali ho dato voce, o tentato, con i miei articoli". Pochi accenni alla vita personale, solo due brevi memorie, dedicate una alla madre e una al padre. E' la politica la spina dorsale degli articoli che raccontano trent'anni di Italia, il terrorismo e Aldo Moro, Tangentopoli e la fine della Prima Repubblica, l'inizio delle grandi ondate di immigrazione, i presidenti della Repubblica e quelli del Consiglio e i governi che cadono, ma pure le prime violenze negli stadi.

C'? l'attualit? ma ci sono anche i temi che Mafai segue con continuit?, per anni, dal divorzio all'aborto e i referendum, dagli interventi del Papa al dibattito sulla laicit? dello Stato, dalla legge sulla fecondazione artificiale alla condizione femminile, tema che sempre le ? stato caro cos? come quello della difesa dei diritti dei lavoratori. E bastano i titoli dei capitoli a dare il segno di come la pensasse, "La fine di un ciclo - Anche i partiti muoiono", "I Ds con l'eskimo", "La deriva dell'Ulivo - Siamo ormai vicini al capolinea", "Divisi su tutto", "Il programma dell'Unione: il centrosinistra ha bisogno di un'anima, non di un volume di 287 pagine". E poi i ritratti, lievi e ficcanti, da Veltroni a D'Alema agli altri. Una fotografia della storia, ma senza rimpianti, perch? "il mondo ? cambiato, in peggio o in meglio non importa, ? qui che dobbiamo vivere". E un'istantanea dello stato di salute del Paese, "con la fretta del mestiere - disse - ma sempre, mi sembra di poter dire, con onest?".
(09 aprile 2012)

paris
Utente Master


Regione: Lazio
Città: Roma


14350 Messaggi

Inserito il - 10/04/2012 : 08:44:20  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di paris Invia a paris un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
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lampaDINA
Utente Master


Prov.: Roma


41790 Messaggi

Inserito il - 10/04/2012 : 12:36:43  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di lampaDINA Invia a lampaDINA un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Con Miriam Mafai se ne va un altro pezzo della storia italiana,
una testimone e una protagonista
di primo piano del nostro Novecento.
Miriam Mafai - il videoracconto


DINA
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