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Inserito il - 07/05/2017 : 17:58:27
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ISNVD: presentato primo ‘stent’ per le vene, creato all’Università di Catania
Si chiama ‘Petalo’: innovativo dispositivo ideato e creato per essere impiantabile nelle vene, ed è stato presentato oggi a Taormina dal prof Piefrancesco Veroux, direttore della Chirugia Vascolare del Policlinico Vittorio Emanuele di Catania, al VII Congresso scientifico dell’ ISNVD (International Society of Neurovascolar Desease).
Presentato primo stent per le vene creato all'Università di Catania
(da http://www.informazione.it/c/1601EED2-747B-40DF-B581-DFF3611FF8E4/ISNVD-presentato-primo-stent-per-le-vene-creato-all-Universita-di-Catania )
Taormina, 06/05/2017 – 19:15 (informazione.it - comunicati stampa - salute e benessere)
Si chiama ‘Petalo’: innovativo dispositivo ideato e creato per essere impiantabile nelle vene, ed è stato presentato oggi a Taormina dal prof Piefrancesco Veroux, direttore della Chirugia Vascolare del Policlinico Vittorio Emanuele di Catania, al VII Congresso scientifico dell’ ISNVD (International Society of Neurovascolar Desease) [1].
Dopo anni in cui si pensava al possibile ruolo dello stenting quale possibile soluzione alle anomalie anatomiche ed emodinamiche delle grandi vene, lo SCAFFOLD (impalcatura) ideato da Veroux rivoluziona completamente l’idea tradizionale di stent (quelli esistenti servono per le arterie, NON per le vene), e ha da poco superato con successo la sperimentazione animale.
Petalo è il risultato di cinque anni di lavoro su un progetto delle Università di Catania e di Ferrara e approvato e finanziato dal ministero della Salute: potrà rappresentare un nuovo possibile approccio terapeutico che una enorme quantità di pazienti con patologie diverse, molte neurodegenerative, ma tutte con una componente vascolare (Sclerosi Multipla, Alzheimer, Parkinson, Menière) aspettano per migliorare la loro qualità di via. Molto leggero, studiato per durare a lungo, permetterà di risolvere in modo mininvasivo malformazioni venose attualmente prive di trattamento efficace.
Su modello animale, con sei mesi di follow up, ha dato risultati “molto incoraggianti”.
Ora si aspetta il passaggio alla sperimentazione sugli uomini.
[1] https://www.isnvd2017.it/
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